Il Padule di Fucecchio, come tutti ormai ben sanno, è la palude interna più grande d’Italia ed una delle più vaste d’Europa. Il suo valore dal punto di vista faunistico e botanico è indiscutibile e tale da giustificarne l’inclusione nell’elenco dei Siti d’Importanza Regionale (S.I.R.), dei Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.) e delle Zone di Protezione Speciale (Z.P.S.). E’ inoltre fra le aree designate dallo Stato Italiano per l’inserimento nell’elenco delle Zone Umide di Importanza Internazionale sulla base della Convenzione di Ramsar.
A seguito delle indicazioni fornite dall’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (I.N.F.S.) (oggi ISPRA) le Province interessate avrebbero dovuto provvedere da tempo ad individuare porzioni di territorio palustre da proteggere integralmente, poichè l’area in discorso è altresì inserita fra le zone umide di particolare importanza per le rotte di migrazione.
A tutt’oggi però non si è dato ancora attuazione a tale invito, atteso che gli ettari interessati da Riserve sono solamente 25 in provincia di Firenze e circa 210 in provincia di Pistoia.
È evidente che proteggere appena 235 ettari circa sui 1.800 dell’intero cratere palustre, è del tutto inadeguato e ininfluente. È quindi necessaria una presa di coscienza da parte delle Province che le porti a compiere finalmente tutti i passi necessari all’ottenimento immediato di una reale protezione, senza ulteriore indugio e secondo le indicazioni delle norme vigenti in merito.
Come necessari sono gli interventi di reale protezione da atti vandalici quali quelli accaduti e che stanno avvenendo da tempo in Padule. Solo per memoria e per citarne alcuni: nel febbraio scorso in località “Il Golfo”, una decina di persone sono state sorprese a partecipare ad una gara di motocross; nell’area Righetti sono avvenuti ingressi non autorizzati mediante aggiramento della recinzione esterna; nel marzo sono state messe in atto operazioni di prosciugamento nell’area denominata “Marconi”; un abbandono di rifiuti costituito da guaina catramata e tubi in plastica è stato accertato sulla sponda del Canale del Terzo in comune di Monsummano Terme. Ed a seguire: incendio dell’area di proprietà del WWF e atti di sabotaggio e danneggiamento della calla di alimentazione dell’Area Righetti.
Da ultimo e non certamente per minore importanza, continue segnalazioni di atti di bracconaggio ed utilizzo di apparati acustici durante lo svolgimento dell’attività venatoria. Atti di bracconaggio sventati – come apparso sulla stampa locale – anche dalle Guardie Volontarie WWF.
Riteniamo pertanto non più procrastinabili nel tempo almeno due azioni:
- un ampliamento della porzione di territorio da porre in tutela, anche per implementare la fruizione a fini eco-turistici del Padule, così come proposto dalla nostra Associazione sia da tempo che da ultimo, in occasione delle recenti osservazioni presentate al Piano Faunistico Venatorio Provinciale. E questo non perché vogliamo imporre soluzioni “in casa d’altri” come qualcuno ha scritto sulla stampa locale, ma poiché esistono ragioni oggettive quali quelle esposte in premessa. Peraltro occorre ricordare che riteniamo il Padule un pò anche “casa nostra”, atteso che il WWF possiede circa 40 ettari di territorio palustre;
- una continua e pressante opera di vigilanza che, peraltro, crediamo le forze preposte ai controlli attuino pur nella più volte dichiarata carenza di uomini. Comunque, in provincia di Pistoia (non sappiamo quanti, in quella di Firenze) vi sono oltre 30 Guardie Volontarie – che senza la presunzione di volersi sostituire alle forze dell’ordine istituzionali – potrebbero essere impiegate in maniera mirata nell’area in questione.
Rivolgiamo pertanto un accorato appello alle istituzioni, agli amministratori locali interessati ed alle forze dell’ordine affinché raccolgano questo ennesimo grido di allarme.
Pistoia 21 dicembre 2012
COMITATO WWF PISTOIA