Padule di Fuchecchio



Occorre inibire la massiccia espansione del floro-vivaismo

Alcuni giorni fa abbiamo letto sulla stampa locale che i Consiglieri Regionali Baldi e Niccolai hanno presentato una mozione con la quale invitano la Giunta Regionale a dare attuazione, in particolare, all’art. 13 della L.R.T. n. 41/2012. In ultima analisi chiedono di verificare la coerenza degli strumenti urbanistici degli enti locali con le finalità della legge medesima, in modo da evitare che i comuni  inibiscano l’espansione delle imprese floro-vivaistiche.

La nostra Associazione ha affermato da tempo, in tutte le sedi, che il territorio vocato al vivaismo nel comune di Pistoia e nei comuni limitrofi ha ormai raggiunto la saturazione. Pertanto non ha mai espresso plausi per la Legge 41, poichè la diffusione territoriale di tale attività avrebbe significato impianti di vasetteria o in piena terra nelle aree collinari e pedemontane e nelle aree agricole prospicienti il Padule di Fucecchio. Questo al fine di proteggere dall’utilizzo di presidi sanitari, oltre la salute degli abitanti, il peculiare paesaggio e le sorgenti di acqua delle nostre colline ed un patrimonio ambientale come l’area palustre di Fucecchio, dichiarata zona umida di importanza internazionale in base alla Convnzione di Ramsar.

Da sempre, troppo poco si è discusso della questione florovivaismo sia perchè è il settore che rappresenta la principale fonte di reddito dell’area pistoiese, sia perchè mancano o non sono divulgati integralmente dati tecnici e scientifici che permettano di inquadrare il fenomeno, oltre che dal punto di vista economico, anche da quello ambientale e sanitario.

Sono ormai ricorrenti i casi in cui associazioni e cittadini inviano esposti all’amministrazione comunale o si presentano al pronto soccorso dell’Ospedale per sintomi allergici da ricondurre alla irrorazione dei terreni con prodotti chimici. Allarmi per la salute pubblica e per l’ambiente sono venuti spesso anche da medici e organi preposti ai controlli. La regione Toscana ha peraltro posto il divieto dell’utilizzo del diserbante “glifosate” , definito dall’O.M.S. “probabile cancerogeno” nelle aree extra-agricole. La Regione ha però lasciato in sospeso la questione degli utilizzi in campo agricolo che invece, secondo il nostro parere, andrebbe disciplinata immediatamente anche il virtù di quel principio di precauzione sancito dal Consiglio di Stato con sentenza n. 4227 del 2013.

Ci corre infine l’obbligo far presente ai Consiglieri Regionali in discorso che il D.Lgs. 150/2012 (P.A.N. per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari) prevedeva, a partire dal 1^ gennaio 2014, che gli operatori agricoli attuassero nelle loro attività i principi della difesa integrata e che conseguentemente le Regioni mettessero in atto le azioni per l’applicazione di tale metodologia al fine di arrivare in un futuro non troppo lontano alla graduale diminuizione dell’uso della chimica in agricoltura.

Ebbene, poichè ad oggi non ci risulta che nessun atto formale in tal senso sia stato deliberato dalla Regione Toscana, sarebbe  opportuno che qualche Consigliere Regionale interrogasse sul punto la Giunta al fine di conoscere lo stato di avanzamento di questo importante procedimento normativo .

Pistoia, 14/11/201516