In merito agli allarmanti dati di ARPAT sui pesticidi nel pistoiese:
alcune associazioni pistoiesi – tra cui la nostra – hanno inviato il seguente comunicato
IL NUOVO REPORT SULLO STATO DELLE ACQUE DI ARPAT NON LASCIA VIE DI SCAMPO : BASTA PESTICIDI
Il nuovo report dell’Agenzia Regionale per la protezione Ambientale della Toscana (ARPAT), contenente i risultati del monitoraggio svolto sulle acque superficiali e sotterranee negli anni 2018/2019, era molto atteso da noi Associazioni per capire i risultati dell’attività di ricerca dei residui di prodotti fitosanitari nell’ambito del monitoraggio ambientale sulla qualità delle acque interne , valutando sia quelle superficiali, quali laghi e corsi di acqua, sia le sotterranee e quelle destinate alla potabilizzazione.
Per le acque superficiali i risultati non sembrano essere molto confortanti visto che lo standard di Qualità Ambientale , calcolato come media annua ,è stato superato solo in 6 stazioni su 14 ( nel 2019 era 9 su 16).
I principi attivi oggetto di ricerca sono stati oltre 100 e tra questi il glifosato ed il suo metabolita ampa. Mentre nel 2018 si era registrata una diminuzione delle concentrazioni dei pesticidi totali rispetto agli anni precedenti, nel 2019 si è avuta una leggera ripresa. I campioni analizzati sono stati 73 ,contro i 66 del 2018, e in quasi tutti è stato riscontrato un valore al di sopra del limite di quantificazione.
In considerazione dei dati è possibile affermare che purtroppo il superamento degli standard di Qualità ha interessato un cospicuo gruppo di corpi idrici per i quali sussiste il rischio di un non raggiungimento degli standard medesimi, malgrado gli obiettivi non raggiunti siano già stati oggetto di proroga al 2021.
Il superamento di questi standard , guarda caso è dovuto alla presenza del Glifosate e del suo metabolita Ampa che purtroppo ancora una volta hanno raggiunto concentrazioni notevoli.
Le aree maggiormente interessate dalla presenza di altri fitofarmaci , rispetto ad Ampa e Glifosate, sono quelle dei corsi di acqua della piana pistoiese a sud est della città, che fanno registrare elevate concentrazioni di erbicidi come Oxadiazon, Pendimenthalin Dimetomorf e Tebuconazolo e Imidacloprid.
Evidentemente la delibera regionale n. 1307 del 28/10/2019 tanto sbandierata dove, GRAZIE AI NOSTRI INNUMEREVOLI INTERVENTI, si è preso atto di aver commesso un errore da matita blu nel Decreto 43R del 30/07/2018, non basta. Purtroppo però si continua a perseverare visto che molti pesticidi possono ancora essere utilizzati sui pozzi di captazione delle acque e non si è tenuto conto, per esempio, che proprio il Dimetoato è stato revocato in Europa dal Reg. (UE) 2019/1090 e che di conseguenza in Italia dal 1° ottobre 2019 le autorizzazioni dei prodotti che lo contengono sono revocate. Purtroppo i nostri amministratori hanno voluto attendere il 30 giugno 2020, quando l’uso di questa sostanza attiva è stato vietato su tutto il territorio nazionale, per toglierlo dall’elenco dei prodotti che si possono usare anche nelle aree di salvaguardia dei pozzi per uso potabile.
Per le acque superficiali destinate alla potabilizzazione si sottolinea che in generale i valori di concentrazione dei pesticidi risultano essere piuttosto contenuti anche se si evidenzia che per alcune stazioni ( per esempio nei pressi di alcuni vivai siti lungo il Vincio di Montagnana), nel corso degli anni, la presenza di numerose sostanze fra cui fungicidi ed erbicidi è aumentata.
Stando così le cose ci chiediamo ancora se la tutela delle acque potabili e, di conseguenza, della salute dei cittadini, conti meno degli interessi dei distributori e degli utilizzatori dei prodotti fitosanitari.
Domande che vorremmo porre a chi ci amministra visto che, in conclusione, dal report si evince che occorre oggi più che mai una sana e vera correzione degli interventi relativi alle pratiche agricole per la tutela dell’ambiente acquatico, dell’acqua potabile e per la riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari.
Non solo. Dopo la recente presentazione della strategia Farm To Fork e Biodiversità da parte della Commissione Europea, è ancora più importante agire sin da subito, poiché le due strategie prevedono una riduzione del 50% dei pesticidi entro il 2030 e il 25% di superficie agricola europea convertita ad agricoltura biologica.
E’ del tutto evidente come i dati ARPAT stiano invece a certificare un percorso opposto rispetto a quello che ci chiede l’Europa.
A buon intenditor …
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