L’intervento del responsabile Area ambiente del PD fiorentino sulla lettera delle “Mamme No Inceneritore” al Sindaco Nardella ( quattro motivi per dire si all’inceneritore) è un buon esempio degli errori dagli amministratori della Piana, reiterati ormai per tre lustri, che rischiano di danneggiare concretamente la salute dei cittadini e l’economia di una intera comunità.
Proprio prendendo spunto dalla nota del PD , ecco ancora una volta i motivi ( più di quattro) per dire no all’inceneritore e si alle alternative
Innanzi tutto non è vero che l’impianto sia indispensabile per la chiusura del ciclo dei rifiuti, secondo le normative europee. Innanzi tutto perché il ciclo non lo chiude affatto .La valutazione di impatto ambientale (VIA) stima una produzione di scorie fino a 45mila tonnellate l’anno e 9mila tonnellate di ceneri; rifiuti entrambi di difficile collocazione e a costi ingenti. Sbagliato anche il richiamo alle normative europee. Esse non vietano ma neppure obbligano a bruciare i rifiuti ; le direttive, invece, indicano come obiettivi essenziali , con la riduzione dei rifiuti, la riduzione della discariche. Ma è un mistero come sia possibile perseguire questo obiettivo con una produzione di rifiuti in quelle quantità per i prossimi tre decenni !
E’ uno stanco rito che Firenze , area urbana di medie dimensioni, non possano perseguire, e in tempi brevi, elevati obiettivi di raccolta differenziata; e l’obiettivo del 70 % nell’area metropolitana era quello che la Regione Toscana si era prefissa per l’anno 2010.Che ciò non sia avvenuto è dipeso dalla cattiva qualità dei piani e dalla mediocrità dei gestori che , inseguendo la “macchina magica” contro la volontà delle popolazioni , si sono rivelati pessimi consiglieri di una classe dirigente poco motivata e, come si vede, male informata. E per di più anche provinciale. Citare come termine di paragone per Firenze la città di Parigi ( 12% di raccolta differenziata), che è la capitale del paese più inceneritorista d’Europa , va bene, a patto di ricordare che l’attuale Ministro dell’Ambiente ( passata giorni fa da Firenze) ha affermato che “gli inceneritori sono una tecnologia sorpassata, dobbiamo andare verso una società a Rifiuti Zero”.E’ in obiettivo che oltre 200 comuni italiani per un equivalente di quattro milioni e mezzo di abitanti stanno attivamente perseguendo, con una forte riduzione della produzione dei rifiuti, un riduzione delle tariffe e un aumento dell’occupazione.
Speranza vana che il Nuovo regolamento possa evitare che le scorie degli inceneritori possano evitare la classificazione di scorie ecotossiche: le nuove metodiche , più rigorose, avranno come conseguenza l’ effetto di far diventare, con tutta probabilità, rifiuto pericoloso quello prodotto da qualsiasi inceneritore. Ciò nonostante le amministrazioni e i gestori non sano dire dove le scorie verrebbero stoccate e a quale prezzo.
Non conforta poi che i nuovi impianti di incenerimento abbiano ridotto la quantità di diossine. Si dimentica di dire che la loro più ridotta dimensione, per l’efficienza dei filtri le rende più pericolose ; e si dimentica anche di dire che secondo la Valutazione di Impatto Sanitario esse saranno concentrate in quantità preponderante nella Piana per il contributo dell’inceneritore; così per cadmio , analogamente per l’arsenico e per il mercurio e una miriade di altre sostanze tossiche. Per trenta anni. Sostanze che il boschetto dei veleni non sarà in grado certo di bloccare. Inconcepibile fare cavie dei cittadini; inammissibile perché
il pericolo per la salute di questa e della prossima generazione è evitabile.
Sorprendente infine che non si sia tenuto in minimo conto il dato economico di tutta l’operazione , nel silenzio anche delle categorie produttive. Infatti mentre nel bacino Contarina ( 54 comuni in provincia di Treviso) il livello del costo nel 2015 si mantiene nell’ordine di 100 euro annui per abitante, quello previsto per l’ATO Centro dal Piano di Ambito del 2013 è stato di 176 euro procapite. Probabilmente destinato ad aumentare. Non prendere atto di questo è una grave responsabilità dei decisori ai quali viene richiesto un atto di coraggio politico e un minimo di lungimiranza.
Medicina Democratica-Firenze Comitato per il WWF di Pistoia Prato – Italia Nostra Firenze
05/08/20157